Era Ora, Copenhagen
Era Ora, Copenhagen 2016.
La location è di quelle giuste, affacciato sul canale a due passi dal centro ma nella calma di Christianshavn.
Appena entrati si viene accolti dal personale di sala che sarà pronto a guidarvi al tavolo.
L’ambientazione è un pò francese anni 80, le tonalità oro e gialle danno contrasto al personale vestito interamente di nero, e i pannelli divisori in sala sottolineano un design non proprio al passo con i tempi.
Si inizia subito con una bollicina per dare un pò di brio alla serata che parte bene grazie anche all’accompagnamento con 3 diversi snack disposti al centro tavola.
La carta vini del locale è un accozzaglia di nomi andati, di gente che ora non c`è nemmeno più, e per di più a prezzi esorbitanti e ricarichi alle stelle. Una di quelle carte che invece di invogliarti a bere e stappare spegne la tua sete.
Chiudiamo un occhio e optiamo per un bottiglia che purtroppo non avevano, siamo quindi costretti ad accontentarci di un altra annata.
Intanto la prima serie di antipasti viene servita e trova il suo punto di forza nello storione, piatto buono e di facile comprensione dal gusto pieno, un pò sbilanciato l’asparago che viene coperto dalla liquirizia e da quel vitello tonnato che non mi fa impazzire.
Esce il primo e se alla vista mi lascia un perplesso per l’impiattamento il gusto è ottimo. Rotondo, dolce e corretto con una buona acidità.
Anche il secondo si comporta bene, niente da recriminare.
Saltiamo i formaggi anche perché il vino è terminato e soldi per una seconda a quei prezzi, anche no!
Predessert e dessert filano in fretta, chiediamo un caffe e un digestivo. Il distillato arriva già nel bicchiere e non viene spiegato al tavolo, peccato!
Ottima la piccola pasticceria ad accompagnare il tutto.
Considerazioni finali, è uno di quei locali in qui la cucina diretta dal giovane chef Nicola Fanetti ha margini di miglioramento ma avrebbe certo vita più facile con una sala all’altezza. Mentre in cucina sperimentano e guardano avanti in sala no. Andrebbe davvero reinventata ma non tanto a livello di personale ma ancor di più in aspetto e design, gli anni ’80 son passati e non si vive di soli ricordi.
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